Intervista a VINCENZO SALEMME
Il primo allestimento teatrale della commedia malinconica, E fuori nevica, risale al ’94. All’epoca Vincenzo Salemme era già un attore famoso, specialmente nella sua Napoli, ma anche nel resto d’Italia, grazie ai primi ruoli nel cinema, come in Bianca di Nanni Moretti. Salemme, dopo tanto, teatro, molta tv e parecchio cinema, è diventato, perlomeno agli occhi del grande pubblico, un attore da cinepanettone, da commediola alla Vanzina (per il quale ha recitato in almeno tre occasioni). Ora un ritorno alle origini, un inno alla sua Napoli e al teatro nel quale si è fatto le ossa, accompagnato da un cast di amici, Giorgio Paniariello, Paola Quattrini, Mario Porfito, Nicola Acunzo e molti altri.
Le intenzioni di Salemme sono piuttosto chiare:
“Mi piace alternare teatro e cinema. E avevo voglia di girare un film a basso costo, artigianale, fatto in casa… Giriamo in quattro settimane, un giorno a Roma, uno a Civitavecchia, poi su una nave da crociera… e a Napoli, nella zona di via Foria, dove c’è la casa dei tre fratelli, in via Caracciolo, a Fuorigrotta… Vorrei mostrare una città non da cartolina, ma bella e normale.”
Un ritorno alle origini si diceva, ma anche un’elegia a una sorta di “mos maiorum”, un a sobrietà di costumi che si traduce, nell’era della grande crisi, a voler produrre un film “a basso costo, artigianale, fatto in casa”. Diciamo che il “fatto in casa” si addice maggiormente al pane che a un film, ma insomma pensiamo di aver colto il senso e anche se raramente il low cost si traduce in grandi risultati, diamo fiducia.
Location ideale la sua Napoli, che vuol far apparire “bella e normale”:
“Tutte le città hanno difetti, però delle altre si mettono in evidenza solo i pregi, di Napoli solo i guai; mentre io voglio far conoscere una città dove c’è gente onesta che esce alla mattina presto per andare a lavorare e che paga tasse e contributi.”
Una storia triste, malinconica, ma pervasa di gioia e allegria: nello spettacolo teatrale la storia finiva con un omicidio-suicidio collettivo, nel film non è dato saperlo e il regista dice di averla modificata. Il protagonista è un fallito, un vinto, che canta senza grande talento né successo sulle navi da crociera. Ad accompagnarlo un fratello autistico e molta solitudine. Eppure la gente a teatro rideva e Salemme vuole trasferire la stessa magia sul grande schermo:
“E fuori nevica è una storia semplice e ha un equilibrio perfetto tra una comicità irresistibile e tanta malinconia. Tratta di malattia, di solitudine, di morte, eppure fa ridere, e tanto. Il contrasto lascia il segno nei cuori della gente.”
Le ultime prove alla regia dell’artista napoletano erano state No problem e SMS – Sotto mentite spoglie, due commedie in cui l’impronta partenopea alla De Filippo è sicuramente visibile, specialmente nell’attitudine a fustigare la società con la risata, ma dove spesso la comicità scivolava in farsa. Speriamo che quest’ultimo E fuori nevica faccia un salto in avanti, abbandonando anche quel senso di “macchietta”, che troppe volta ha caratterizzato Salemme attore e gli altri attori presenti nel cast.
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